SCENEGGIATURE URBANE, Intro

Non ha importanza alcuna, e tantomeno è mia preoccupazione sapere cosa pensi, cosa fai, chi sei. Neanche ciò che avrà d’essere. Vale solo il tuo sguardo, calato nei miei occhi, scivolato dentro come un flusso pervasivo ed invasivo, totalizzante, semplicemente perché concesso. Conta solo la tazza di caffè americano, assolutamente instabile nelle mie mani tremanti. Conta solo il mio equilibrio che vacilla in tua presenza. Conta solo, ancora il tuo sguardo, il primo. Decisamente casuale, quasi da pellicola. Conta solo il mio ingresso in un posto anonimo, inusuale alle mie abitudini. Conta solo il destino che ha giocato sul tempo e sul fatto che io iniziassi a fermarmi ogni mattina a bere un caffè. Che oltretutto fa schifo. Conta solo il tuo civettare narcisista con una donna illegittima, e nel tuo fare
vanèsio l’incontro insolito che a me, avrebbe, sempre col tempo, permesso di comprendere aspetti che sinora mi negavo. Conta quello sguardo alzato per caso ed il tuo ammutolire successivo. Conta solo il mio arrivare al bancone e girarmi a guardarti. Nuovamente. Tre volte i nostri sguardi sono entrati l’uno dentro l’altro, prima che tu tornassi a fare il tuo dovere quotidiano. Per il quale oltretutto, non capisco come né perché, ti pagano. Conta solo quello sguardo, il primo, impresso a fuoco sotto la mia pelle. Uno sguardo da fermo immagine.

Stranamente paziente, non mi chiedo nulla e tantomeno sarò io a fare un passo. Starà tutto alla tua creatività.

Non mi chiedo se tu sia un cretino come tanti altri. Questo non conta. Conta solo l’hic et nunc. Conta l’adrenalina che respiro alle nove meno cinque del mattino. Puntuale come non mai pur di potere incontrare nuovamente il tuo sguardo. Un’importanza di cui tu ignori radicalmente la portata. Un significante a te ingoto. Nn ho intenzione di idealizzarti anche se so che questo sarà inevitabile. Questa volta sarà una sorpresa. Qualunque esito avrà, fosse anche un nulla di fatto. Tuo sarà l’onore, di avermi fatto vacillare. Un po’ il perché me lo chiedo, ma non è ora il momento di dare risposte. Come sempre, arriveranno. Finora non ne ho date semplicemente perché non volevo farlo, non perché non potessi.

Forse sei solo una presenza scenica, preludio all'ennesima svolta. Mia, ovviamente. 

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