DICIANNOVE

Scrivo ora postuma, ancora intrisa, di un sentire indotto ed etilicamente assecondato. Di un implicare dedotto della cui permanenza porto ancora esfoliazioni animico-epiteliali come nera china di altissimo pregio e virtuosa essenza. Del tuo arabesco che connota e denota persino lembi a te cinti con narcotiche strette di estrazione feromonica.

Scrivo ora, con ancora adesa una deprivazione di indolenza, che non semplifica, poichè implica il mio narrare. Eterica, come in un raffinato alchemico procedimento che ha tinto di un viola  filaccioso e materico ogni vano tentativo di Morfeo di insinuarsi.

Scrivo ora, indossando una lucidità disarmante ed uno scintillio improprio per una notte in deprivazione di sonno e di etilica eccedenza.

Vorrei scrivere ora, quanto sia stata fondamentale la tua consapevole presenza, al termine di un processo di germinazione che ha permesso l'abbandono e la rinascita di ciò che forse, tu avevi già visto anni prima. "Ora sei perfetta." Non stupisce te il mio essere. Ciò che con altro hai sempre e da sempre colto ed accolto. Ti delizia, in una condivisione profonda ed impattante, quasi inconsapevolmente sapessi già essere parte di un gioco d'alta magia al quale hai avuto predilezione di attendere e contendere. Di una precisione e puntualità eccellenti, il tuo incedere nella mia esistenza. Impressi nelle mie sinapsi reco memoria di corvini sguardi come pupille di manto notturno e sussurri percepiti ancora prima della loro pronuncia, sì da cogliergli nella loro stessa nascita e cogitazione, che sospingevano a rivolgere lo sguardo antecedentemente. Impresso nella mia animicità reco altra arcaica di te memoria, che in un processo di trasfigurazione mi permise di vedere un altro volto sconosciuto ma a me familiare.

Resta la reciprocità pervasiva e collosa del vicendevole calarsi negli occhi. Restano la passione e la dolcezza nelle quali mi hai avvolta. Resta un intreccio che con estrema naturalezza nello scorrere delle ore non ha voluto sciogliersi. Restano immagini rese plastiche da sudore, tatto, olfatto. Resta il tuo gusto dolce. Resta l'incedere e l'eccedere della bellezza feroce e vorace di due anime che si con-fondono. Resta il calore e l'energia che ci siamo scambiati e che abbiamo ingenerato, che come fuoco violaceo rassicura e nelle profondità scivola con il suo scintillare.

Resta invero, tutto quello di cui mi hai spogliato e tutto quello di cui mi hai rivestito. 

Improponibile cercare un lessico adeguato che possa de-scrivere, quando la de-scrizione è limitazione stessa all'esperienza. Allora, io che oggi porto su di me incisi i tuoi caratteri dominanti, preferisco attingere a mani piene a quanto vissuto. Che come scossa sismica permea. Volutamente criptica ai più per lasciare a te la decodifica di quanto narrato: così l'ho scritta affinché con tutti i tuoi sensi, sono certa, accoglierai questa mia. Quel narcisistico onanismo al quale siamo entrambi dediti e di cui abbiamo profondamente bisogno. Non è mia ambizione tentare di fare comprendere ad un'alterità che questo frangente non ha vissuto ciò che è inenarrabile: tutto questo è solo tuo e mio.

Questo siamo io e te.

Tutto questo e molto altro ancora.

Nessun commento: