INTERMEZZO, Parte VII

Per gli squilibrati io non ho una banale calamita. Quella può averla chiunque. Io ho un radar dei più sofisticati. 
Ore 23.00 esco dalla stazione e nel parcheggio c’è uno che chiede informazioni. Dopo una serie di dinieghi incontra quella buona samaritana della sottoscritta che si mette sovente nei panni altrui, e che se sa, fornisce informazioni. E fin qui, direi abbastanza ordinario. È il genere di richiesta che risulta un po’ singolare: vuole sapere che orari faccia l’ufficio anagrafe. 
Concediamo la circostanza di uno che è venuto ad abitare qui da poco, che finisce tardi di lavorare e che chiede a chi incontra. Ma la motivazione è ancora più particolare: ha un figlio che deve, giustamente, registrare. Peccato che la creatura abbia ormai quattro mesi. So tutte queste cose, e molte altre ancora, perché, morale, abbiamo fatto un pezzo di strada assieme, durante il quale mi ha raccontato praticamente la sua vita. Incluso il nome del piccolo, che in un ironico scherzo del destino portava il nome dell'Innominabile
Ogni tanto mi chiedevo se mi stesse prendendo per il culo.
Ma forse quel che è peggio, è che stava parlando seriamente.

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