LUCA

I primi tempi, quando la tua dipartita era cosa ancora pregna della tua controvertibile presenza, era straziante, entrare in un locale ed avere la matematica certezza che non avrei più incrociato il tuo cammino. Disarmante certezza alla quale opporsi era puro gioco al massacro. Successivamente, quando cercando negli sguardi attorno a me, mi capitava di trovare somiglianze con le tue fattezze, riconobbi in questa fenomenologia della perpetuazione del sentimento tragico dell’esistenza, una probabile, umana, sublimazione materica della tua mancanza.

Solo con il tempo ho compreso, che invece quelle persone erano dei semplici veicoli: ti prestavano uno sguardo, per una manciata di secondi, affinché io potessi sentirti vicino, ed anche solo per un attimo, guardarti ancora negli occhi.

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