EPISTOLARIO METROPOLITANO - A Davide

D. carissimo, la tua è una domanda che vale un'intera esistenza.
Mi chiedi che cosa mi faccia prendere il volo.

Tutto e niente. Da vergine maledetta è estremamente difficile staccare i piedi da questa terra, dall'obiettività che devo cercare di mantenere al fine di avere sotto controllo tutte le variabili in gioco. Infinite. E che si traduce in un gioco al massacro di deprivazione. Ma poi, perché c'è sempre un ma, sopraggiunge di prepotenza l'istinto di sopravvivenza che mi prende e mi sradica da quel terreno a cui, mio malgrado, mi sono volontariamente ancorata.

Non lo chiamo volo. Sento come un calore che parte dal plesso solare e si irradia lungo le braccia. E arriva quando mi rendo conto di tutto quello che io sono. Quando consegno un lavoro e ho i complimenti del cliente. Quando quello che mostro ad un colloquio brilla fino ad illuminare il volto
dell'osservatore. Quando rispondo ad un annuncio per un art director definito dall'agenzia inserzionista "mutante con superpoteri" stando al loro gioco e dicendo di avere doti di chiaroveggenza eredità di avi aruspici, pranoterapiche, taumaturgiche ma di stare comunque ancora lavorando sull'ubiquità e ai poltergeist. Quando so che così facendo non mi richiameranno mai. Quando sono con i miei compagni di merende, nel mezzo di divagazioni notturne di vario genere gentilmente accompagnate da Lord Tanqueray (quel gran figlio di mignotta, che non porta a dispercezione bensì ad una iperpercezione, che dilania poiché sfonda porte già aperte). Quando cammino, quotidianamente, per circa sei chilometri, alla ricerca di me stessa e del vuoto che diventa alchemicamente suolo fertile per intenzioni creative. Quando cammino per Milano e mi chiedo dove sono in realtà, perché là non sono. Quando ad Agosto sento il profumo dell'inverno nell'aria e a Novembre quello della primavera. Quando posso migliorare la mia cultura e la mia intelligenza e quando realizzo che queste due possono essere di aiuto a me o a qualcun’altro. Quando, come diceva Pasolini, collego fatti, persone, cose, apparentemente lontane tra di loro e con nuove, infinite, costantemente mutevoli, connessioni sinaptiche, ho una inaudita comprensione di un fenomeno. Quando, ogni giorno, mi illumino d'immenso per avere compreso qualcosa di diverso. Quando leggo libri di persone che hanno decine di anni di esperienza più di me, e mi rendo conto di sapere le stesse cose, con mezzo secolo di vantaggio. Quando mi rendo conto di avere conoscenze per merito di un sapere ancestrale. Quando mi si parla di discipline orientali e dentro di me sorrido, perché sono cose che so da quando ho memoria, senza che nessuno mai me le abbia spiegate. Quando penso che sia singolare che una creatura di pochi anni di vita pensi alla reincarnazione. Quando ripensandoci realizzo che non è poi così singolare. Quando leggo tra le righe. Quando decodifico un gesto o un'espressione. Quando mi dicono che sono una strega, perché è vero. Quando, una volta all'anno se va bene, rivedo il mio diletto e ci scambiamo l'anima, il tempo si ferma e ci rendiamo conto che il mondo, al di fuori di quella stanza d'albergo, può perfettamente continuare a girare senza di noi. Quando mi viene detto che lascio segni. Quando capisco di avere raggiunto alcune mete ma che ci sono ancora infiniti traguardi da tagliare. Quando comprendo quanto lungo ed impervio sia il cammino. Quando semino, innaffiando il campo di battaglia con il mio stesso sangue, perché so che raccoglierò frutti caldi e lucenti. Quando sono in ritardo per arrivare in agenzia ma mi fermo lo stesso a bere un caffè con mia sorella, perché domani potrei non vederla più. Quando porto un mazzo di fiori a mia madre, perché preferisco portarglieli oggi e vederla sorridere, che non doverli deporre sulla sua tomba e strapparmi l'anima per non averlo fatto prima. Quando scrivo questa mail a te, anziché andare avanti con una gara con un colosso delle telecomunicazioni, perché mi hai fatto una domanda che mi ha portato a riflettere e capire molte cose.

E poi perché sono in gamba, e comunque consegnerò in tempo.

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