EPISTOLARIO METROPOLITANO - A ignoto A.

A. carissimo, ho un’altra news: vuoi ridere?

Sono disoccupata. L'agenzia stava fallendo e hanno deciso di lasciarmi a casa. Un bel fendente nel centro della schiena, generosamente elargito da tre marchettare incapaci di gestire l’agenzia che avevano aperto, poiché la vera propensione è verso il meretricio. Predisposizione d’animo che andrebbe assecondata, ma gratuitamente, vista la presenza insignificante se non addirittura tediante. Colpo attuttito questa volta, dal mio kimono d'oro che striscia fino ai piedi, e dalle mille pietre turchesi e violacee che ricoprono il mio corpo e le mie vesti. Ho iniziato a fare meditazione. Mi sono ritrovata vicino ad un fuoco in riva ad un lago, sotto una luna bianchissima. E la notte, sono venuti a trovarmi parenti che da tanto non vedevo. Abbiamo anche scherzato, mi hanno chiamato la "mulatta" (ci può stare: frutto dell'incrocio tra una triestina ed un salernitano).

Nel frattempo spedisco CV a nastro.

E cerco di non incazzarmi.

Non è facile, proprio per un cazzo.

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