SCENEGGIATURE URBANE, Parte III

Tornando, per un attimo, a questioni più dozzinali, le potenziali strade che ho deciso di intraprendere quando il cadavere mi passerà davanti, e passerà, sono due e dipendono strettamente da fattori come la contingenza ed il tasso alcolico in corpo (fattore quest’ultimo che costituisce un pretesto irrisorio ma reca seco una grossa valenza vista la scarsa resistenza all'alcol della sottoscritta). Una terza strada è quella dell’indifferenza, ma per ora è decisamente presto parlarne.

Opzione prima: a domanda, anzi a saluto di cortesia del cadavere, risponde, guardando il soggetto dall'alto al basso con uno sdegno semi accennato: "Ciao un cazzo!" E si allontana come se niente fosse. Tasso alcolico: può essere presente come anche no. Contingenza: luogo affollato ma senza che nessuno presti ascolto. Si necessita però l’illusione che qualcuno possa avere sentito, per fomentare l’imbarazzo già ingenerato dalla risposta eloquente.

Opzione seconda: laringoscopia senza lasciare il tempo al soggetto di rendersi nemmeno vagamente conto di quello che sta succedendo. Contingenza: si necessita che non esistano testimoni del fatto così che lui non se ne possa vantare con i posteri. E che soprattutto nessuno possa arrivare in suo soccorso. Tasso alcolico: da elevato ad esponenziale. Anche se l’esponenziale potrebbe contemplare la possibilità neanche tanto remota che la laringoscopia diventi agli occhi dei più una molestia nel momento in cui il soggetto viene letteralmente trascinato di forza altrove o addirittura cambi forma e diventi del petting molto spinto. La scena si conclude sempre con la sottoscritta che si allontana con indifferenza. Presunta ovviamente. Anche se vera sarebbe meglio. Ma se così fosse allora, saremmo al punto o opzione terza, contemplata solo lateralmente in tesi. Ed il fatto, ma soprattutto questo sproloquiare non esisterebbe.

E allora, meglio che io mi allontani con le gambe tremanti, il cuore in gola, la testa che ronza ma non per l’alcol bensì per l’emozione che l’ha scossa fin nell'ultimo e nel più profondo dei suoi recessi, il profumo di lui sulla pelle ed il suo sapore in bocca. Ma sempre abilmente, ermeticamente ed impeccabilmente celata dentro la sua corazza.

Meglio.
Decisamente.

Ora tornerò da quella banda di disadattati con cui (per cui) lavoro.

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