EPISTOLARIO METROPOLITANO - A ignoto X

Dolcezza, come vedi, le mie riflessioni continuano: talvolta, risucchiata letteralmente nei miei pensieri, mi sembra quasi di non stare vivendo. Di non stare godendo di quello che ho. Che a quanto pare, sembra non essere poco. Talvolta vivo con il peso della consapevolezza di potenzialità inespresse. Talvolta riemergo da questo baratro che sembra non avere fine e sembra avere pareti così sdrucciolevoli. Tutto cambia, tutto al contempo mi sembra resti immobile. Non so dove possa essere la soluzione. Cerco instancabilmente la luce. Ci sono tante cose che mi turbano. È un saliscendi continuo, in bilico tra equilibri assolutamente precari.

Continuo con i miei studi e le mie ricerche a cui fortunatamente si aggiunge sporadicamente qualche lavoretto extra.

A dispetto della mia solita visione aberrata, credo vada tutto molto bene.

Ma questo segno di terra, con un’anima d’aria, non può che essere tormentato. Forse per questa ragione, per questa tensione di forze antitetiche, così esacerbato ed effervescente.

Forse l’approccio dovrebbe essere semplicemente un po’ Zen. Tutto accade. E se non accade ora, è perché qualcosa di meglio ti sta aspettando. Non è rassegnazione o contemplazione. Sono le vicende che parlano da sé.

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