EGO NOS ABSOLVO

Ego te absolvo.
Alla mia diletta lacerazione ora io scrivo e mi riferisco.
Ego te absolvo.
A Mr Swallow ora io scrivo e mi riferisco.
Ego vos absolvo.
Ad entrambi io ora sto parlando.
Ego nos absolvo.

A voi due sconosciuti che avete in me avete incosciente denominatore comune, io mi rivolgo.

Di fronte alla reiterazione della manifestazione, del messaggio, delle coincidenze e delle conseguenze. Vista la vostra pregnanza collosa nella mia esistenza, che trascina, sospinge e insinua stille quantiche di nostri trascorsi e che quotidianamente gocciola nel mio incedere.


Costretta ad una spinosa e pungente impossibilità di azione, io con il tempo, e sul mio cammino di me e di voi lastricato, ho ora com-preso. Posta davanti ad un ipotetico quesito rivestito di sudore e terra umida, di sperma e sangue, di viscere e ossa, di ambizione e desiderio, di materica voracità e polsi saldamente legati, di stridore di denti e bile dalla velenosa fosforescenza liquida, di febbre delirante e cancro mortale, posto da un essere umano recentemente entrato nella mia esistenza, al quale io non ho saputo dare risposta. Stesso quesito che dall'incoscienza ha trovato a sua volta il cammino e la sostanza per germogliare e arrivare alla superficie dalle acque di ogni cromatismo, sostanza e calore che in una cosmogonia egocentrica permettono l'evoluzione.

Il messaggio non era stato enunciato con sufficiente forza da quell'emersione sovversiva, necessitava di una marcatura morbida dell'alterità. A conferma del mio sentire chiaro ed inequivocabile, a suggello della mia capacità in voi di leggere priva di qualsiasi superbia.

Ciò che viene vissuto è strumento di indagine in primis di sè stessi: le relazioni con gli altri esseri umani sono un tanto semplice quanto eccellente mezzo per investigare nelle proprie implicazioni. La reiterazione delle fenomenologie nel vissuto di ciascuno è strumento di umano basico linguaggio per l'apprendimento, al fine di evidenziare una latenza ed una mancanza che da sole non sono esplicabili. Necessitano di uno stimolo esterno che si fonda appunto sul principio della ripetizione, al fine di vedere ed imparare. Il messaggio viene ripetuto in termini sempre più connotati sino a quando diviene impossibile non porre ascolto ed attenzione. Nel momento in cui una fenomenologia si ripete, la persona è costretta a soffermarcisi sino ad estrapolarne ed integrarne l'origine. Una tra le sostanze che affliggono l'essere umano e le sue relazioni con i simili, è la stretta correlazione tra paura e dissidio: relazione tra ciò che non si è, e si mostra, e tra ciò che si è, e non si ottiene. Divergenza, dicotomia e scissione dettate da una parziale conoscenza di sé stessi. Il vuoto è colmabile ed il superamento effettuabile nel momento in cui la materia di dissidio stimolata dall'esterno emerge e diventa oggetto e soggetto di indagine profonda. Compresi gli assunti controversi ed applicate le modifiche la lacuna è colmata, l'esperienza vissuta e com-presa e si può incedere in altro passo evolutivo. Si attira a sé, chi di sé può aiutare a comprendere una parte. 

Nel mio intimo e procace pellegrinare, nel mio porre ascolto ai miei demoni ed al loro tumescente eloquio, nella rifrazione e nell'intervento di altre esistenze sulla mia, come estroflessioni di luce eccelsa, io ora ho compreso.

A fronte di un cammino intrapreso e di un'evidenza innegabile.

Ego vi prosciolgo, e prosciolgo me, dal nostro legame profondo e filaccioso come incircoscrivibile rigenerante materia pregnante e fertile.

Ego vi libero, e libero me, dalla reiterazione di un'impossibilità di esistere nella pienezza, nella luce e nell'evoluzione.

Ego vi slego, e slego me, da una stretta anossica e deprivante, affinché tutto possa rigenerarsi.

Ego vi sciolgo, e sciolgo me, da saldi legacci di corda, sacramente unti ed imbevuti di noi stessi.

Ego vi lascio compiere, e lascio compiere a me, un altro percorso da poco iniziato con assunti ora in deprivazione chiaramente ed inequivocabilmente udibili, dati da consapevolezze reciprocamente instillate.

Ego vi lascio adempiere, e lascio adempiere a me, ciò che è stato nel terreno seminato con cura, amore, dedizione, passione, lacrime, dolore, discernimento emotivo, e che con lo stesso fervore è stato dalla contraddizione in termini, in sentire ed in fatto, e dal paradosso creativo, fertilmente e generosamente innaffiato.

Ego vi lascio abbreviare, e lascio abbreviare a me, tutti gli oscuri e controversi aspetti che ancora rivestono la propria dispercezione altrui, a discapito di ogni dubbio posto dalla mente, in favore di un profondo sentire forte ed inequivocabile.

Ego vi lascio portare a termine, e lascio portare a termine a me, quella che è l'essenza di tutto questo, che molto ci ha dato e che molto ci ha mostrato.

Ego vi lascio descrivere ed inscrivere, e lascio descrivere ed inscrivere a me, nel profondo ciò che abbiamo avuto cura di portare alla luce l'uno dell'altro, affinché tutto questo possa essere di aiuto nel di ciascuno procedere.

Tutto ciò che è stato vissuto ora è stato liberato, nell'equilibrio e nella pace.

Possa ora proseguire come energia pura ed essere altissima fonte di adorazione e nutrimento per chi tutto questo ancora deve vivere.

Così sia.

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