NON DIRE ETERNO

Iniezioni ipodermiche di sismiche e feromoniche scosse, incrementate ed ammaliate dall’incedere di un tempo non quantizzabile ma che procede sospinto da onde come di marea, e che trasforma invece particelle di materia perfettamente quantizzabili e riducibili e riconducibili in un susseguirsi virtuoso a pura energia. Scrivo ora, con ancora marcatamente e volutamente indosso ed in propagarsi, dna della tua essenza. Scrivo ora, con in diffusione stille colanti attorcigliate di tuoi filamenti iridei come crepitanti scintille narcotiche. Con ancora impresso nella retina il cromatismo dei tuoi caratteri sessuali secondari della densità e profondità della notte marchiati. Di circumnavigazioni di inchiostro sottopelle in grovigli corvini che indagherei implicando con dovizia, come accurato e preciso strumento di indagine, la mia prima forma di contatto con il mondo, ma che mai esplicherei. Spalmati
ed imbevuti di una dolcezza disarmante, nella morbida, tenue e seducente luce rifratta di un numero esatto di candele cercate e portate apposta per l’occasione, le vesti e le armi ai piedi del talamo sono state deposte. Delle vecchie corazze arse al fuoco della consapevolezza e dell’esperienza rimangono sublimazioni fisiche indotte e dedotte. Di un accattivante quanto inaspettato e zuccherino proporre di nuovi e sconosciuti lidi come pretestuosa curiosità che dell’illegittimo è fondamento creativo. Nell’antefatto accogliente di ferite lenite dal calore e dal soccorso di un altro guerriero che non ti è nemico, e che ha scelto un percorso complicato a sua volta per implicazioni di natura differente: un giovane samurai, che forse tra pochi, ha capito e visto ciò che veramente sei. Con l’ammaliante ed ego-esacerbante sensazione di stare fissando dentro uno specchio una rifrazione di assunti diversi, ma che riconosce in quell’affascinante ed ipnotico gioco di particelle ed onde, sublimazione di sostanza simile. Di sangue che scorre con un’eccedente propulsione vitale: commistioni nitrogliceriche da distillati di acido desossiribonucleico interamente declinate in una contrazione di esistenza. Di un tempo che per l’occasione ha scelto di scorrere denso, affinchè ogni istante potesse incollarsi ed evaporare come nuova sostanza dal derma animico dei due protagonisti immorali ed eretici. Sempre di questo scandire irregolare e sinuoso che ha lasciato che lo destrutturassimo per potere creare dello spazio in cui fare il punto dei vicendevoli cammini. In reciproche dimostrazioni secondo codici e segni intelliggibili e decodificabili negli assunti della reciproca conoscenza. Dissolte la maschera e la veste talare dell’inquisizione: indossate per anni a guisa di protezione da tutti i fendenti nemici di cui la tua schiena è piena, hai compreso che invero hanno ora un peso eccessivo ed improprio; all’ultimo affondo hai accettato ed ammesso che di protezione non ne fornivano ed hai deciso di disfartene. Mi chiedi tu, quale sia il demone che l’alterità vede: ebbene io ti rispondo che è quello della loro invidia rifratta, del coraggio che non hanno mai conosciuto e della consapevolezza di cui sono atavicamente affamati. Credevi sarebbe stato facile per te. Hai scelto con cura ed abile precisione, grazie ad antefatti karmici del cui credito ti sei voluto saziare in questa esistenza. Ma seppur vero è che il destino con te è stato clemente, è altrettanto vero che tu molto hai lottato per costruire il trono su cui ora siedi. Hai toccato ora con mano, che quello che in passato pulsava con forza inaudita, non hai potuto sedarlo grazie ad accomodamenti: testimonianza del tuo porre ascolto a questo sono i passaggi evolutivi sorprendenti che hanno solcato e marchiato come aratro il tuo incedere. L’istinto a cui presti attenzione come ad un fidato consigliere svela e rivela che il tuo passaggio qui non è tra i primi. Mi chiedevo tra quanto questo sarebbe successo e in quanto tempo saresti arrivato al bivio. Ma soprattutto quale separazione avresti intrapreso.

Dunque ora io ti dico: quello che è stato steso non è nutrimento per il tuo ego. Magia dilettantesca di basso profilo di cui ne sarebbe capace chiunque. Le mie sono riflessioni estroflesse dal reciproco animico e corporeo: forse per questo così dense e pungenti e così irrorate di sangue e sudore.

Mi chiedo invece tuttora, quale mondo incantato ci sia dietro quegli occhi tanto nerastri quanto scintillanti, e se mai qualcuno ne abbia veramente varcato la soglia.


“Ci sono cose che vorresti durassero in eterno.”
Contrazioni onaniste.
“Non dire eterno.”

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